In Sardegna Sant
Su Fogulone
In Sardegna, quella di Sant'Antonio Abate e' fra le ricorrenze piu'
celebrate; leggenda e storia, sacro e profano si mescolano e compongono
significati che rimangono intimamente radicati nei nostri paesi. E' una storia
antichissima eppure tuttora sentitissima.
FUOCO DI S. ANTONIO
Con questo nome viene anche indicata una particolare patologia umana detta
"Herpes Zoster", che consiste in una malattia virale legata ad una forte sensazione di bruciore e calore,
detta per l'appunto "fuoco di S. Antonio". |
La leggenda del fuoco di Sant'Antonio, raffigurato nella cultura popolare accanto ad un porcellino,
e' una narrazione di eta' cristiana che secondo molti studiosi sarebbe una
riproposizione del mito di Prometeo, che rubo' il fuoco agli dei e lo dono' agli uomini.
La leggenda vuole che in un tempo molto lontano, le temperature in
Sardegna fossero cosi' fredde, glaciali, da rendere molto difficile la vita di uomini,
animali e piante. E l'uomo sardo era in pericolo perche' oltre al freddo che
pativa, doveva affrontare anche la moria di animali e la rarefazione dei
vegetali di cui si nutriva.
I sardi allora si rivolsero a S. Antonio e gli chiesero aiuto:
impietosito e turbato, egli ando' alla porta degli inferi accompagnato da un maialetto ed
armato di un bastone di ferula, per rubare del fuoco. I demoni aprirono le porte solo al maialetto, con l'intento di mangiarselo,
e rifiutarono l'ingresso al santo, ma l'animale, una volta entrato, comincị a correre qua e là creando
talmente tanta confusione e agitazione che i demoni implorarono il santo di
riprenderselo.
Nel riprendere il maialetto, Sant'Antonio riusci' tuttavia, con il bastone di ferula
e con una certa destrezza, a rubare un po' di fuoco; quando subito dopo risali' sulla terra, lo sollevo' per aria, facendo volare scintille,
poi lo fisso' sotto il suolo, cosi' che gli uomini e gli animali iniziarono a riscaldarsi, le piante a germogliare.
Ogni anno, il 17 Gennaio, per ricordare la fine del freddo, si solennizza il santo con un gran fuoco.
Succede in molte parti della Sardegna, ininterrottamente dalla notte dei tempi.
A La Caletta i preparativi del falo' cominciano molti giorni prima, con l'allestimento del carro che raccogliera' legna e soprattutto frasche, grazie al contributo di dinamici
volontari che solitamente riescono a coinvolgere nutritissime schiere di amici.
La sera della vigilia, il 16 Gennaio, nel piazzale davanti alla chiesa di N.S.di Fatima si predispone il falo', con la legna e le frasche
racimolati in molti giorni di raccolta, ed attorno ad esso i visitatori, ai quali
poi viene offerto il pasto tradizionale di questa ricorrenza: fave e lardo.
Attorno al fuoco, che avvampa nella notte sino a tarda ora, si
raccoglie l'intera comunita' de La Caletta, che sottovoce mormora gli antichi
modi di dire conosciuti perche' trasmessi, epoca dopo epoca, di padre in figlio.
Piccole superstizioni, invocazioni, e preghiere si elevano con le fiamme a
scongiurare il cielo, la terra, il santo, e chiunque possa, di far cessare
l'inverno e di restituire agli uomini il tepore della primavera e, con essa, il
ritorno ad una vita accettabile.
Ogni volta come in antico.
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